dott.ssa Michela Todeschini

Psicologa a Verona

Età evolutiva

“Mio figlio sin da subito ha iniziato ad avere difficoltà in italiano. Quando legge è molto lento, fatica a mettere insieme le letterine e fa molti errori. Vede che i suoi compagni di classe migliorano mentre lui ogni volta spera di non dover leggere ad alta voce, perchè si vergogna e va in ansia. Vorremmo aiutarlo ma non sappiamo come fare”

“Le maestre mi hanno detto che S. non sta mai ferma sulla sedia quando è in classe. Vedo che anche a casa si agita costantemente quando deve fare i compiti e se gli dico qualcosa si arrabbia ”

“Insieme ci siamo concentrati per mesi e mesi ad imparare le tabelline, ma quando sembrava che L. le avesse finalmente imparate, dopo poco tempo si tornava al punto di partenza. Anche con i calcoli faceva fatica, spesso non riusciva ad incolonnare bene i numeri, quindi i risultati venivano sempre sbagliati”

Queste sono solo alcune situazioni che i genitori mi riportano al primo colloquio.

Prima di ricevere una diagnosi spesso queste difficoltà vengono connotate come mancanza di impegno e sono motivo di rabbia e di frustrazione sia da parte dei genitori che dei bambini.

Quante volte vi è capitato di dover litigare perchè i compiti venissero svolti? Oppure perchè vostro figlio è disordinato e si dimentica libri, quaderni o il diario? Purtroppo questo è un circuito che se non viene interrotto si autoalimenta e può provocare squilibri familiari. In questi casi è importante innanzitutto far valutare il profilo cognitivo e lo stato degli apprendimenti del bambino, per escludere o confermare la presenza di un Disturbo dell’Età Evolutiva (DSA, ADHD, Disturbo della comunicazione, Disabilità intellettiva, ecc…).  Potrebbe essere utile anche approfondire gli aspetti motivazionali e relazionali, come anche lo stato emotivo.

Avete già fatto una valutazione e vi hanno consegnato una diagnosi? Ottimo, ma ora? 

Prima di spiegarvi come è meglio intervenire cerchiamo di capire meglio a cosa serve la diagnosi.

Grazie alla diagnosi che vi è stata consegnata, è possibile indagare il funzionamento del bambino, iniziare a comprendere quali sono le sue difficoltà per poterle aggirare o sostenere. La diagnosi inoltre permette di attivare una serie di normative utili affinchè siano previsti degli aiuti a scuola.

Ora vi chiedo di provate a immaginare come vi sentireste se vi chiedessero di svolgere a memoria una moltiplicazione a sei cifre, oppure di leggere un testo sulle pagine di un libro che oscilla di fronte a voi, incalzati da una voce che vi intima di muovervi. Come vi sentireste?

Un bambino con un Disturbo dell’Età Evolutiva può percepire alcuni compiti come molto difficili, e di conseguenza può attivare una serie di emozioni negative come la frustrazione, la rabbia, la delusione per se’ e per gli altri, senso di inadeguatezza e perdita di motivazione.

Lo stesso può accadere nei genitori, che possono sentirsi responsabili per non aver fatto abbastanza o provare malessere e senso di impotenza, proprio perché non riescono a gestire la situazione.

Servono gli strumenti giusti! E il giusto approccio!

Cosa fare dunque?

Il mio obiettivo è quello di inquadrare le difficoltà emerse a 360 gradi, sia da un punto di vista cognitivo che emotivo e relazionale. Questo mi permette da una parte di intervenire sul piano funzionale, per dare degli strumenti e delle strategie utili fin da subito e dall’altra di accogliere il vissuto che ruota intorno al problema e rielaborarlo insieme.

Non tutti apprendiamo allo stesso modo e con le stesse modalità, c’è chi riesce benissimo a ricordare i dettagli di un film visto qualche anno addietro, chi a fatica ne ricorda il titolo, a chi basta ascoltare una lezione per ricordarla, chi deve scriverla e schematizzarla per farla entrare in testa. Attraverso le mie competenze aiuto ciascuno a valorizzare le proprie risorse e a conoscere meglio i propri punti di forza e di debolezza per agire in modo più consapevole ed efficace.

Non esiste un modo giusto o sbagliato di apprendere esiste solo la propria modalità, l’importante è conoscerla.

Cosa offro?

  • Doposcuola specialistico per bambini e ragazzi con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)
    L’obiettivo principale è quello di rendere gli studenti gradualmente sempre più autonomi nello studio e nella gestione dei compiti scolastici. Individuo le modalità di apprendimento più efficaci e suggerisco l’utilizzo di strumenti compensativi personalizzati. Pongo un’attenzione particolare nel facilitare la consapevolezza circa i propri meccanismi cognitivi, comportamentali e relazionali.
  • Guida individuale o di gruppo al metodo di studio
    Per ciascun bambino/ragazzo conduco una valutazione della modalità di apprendimento preferenziale (canale uditivo, visivo o cinestetico) e dello stile cognitivo (analitico/globale, riflessivo/impulsivo, ecc..). Sulla base dei risultati emersi verrà proposto un metodo adeguato e delle strategie di studio efficaci.
  • Potenziamento delle funzioni cognitive
    Consiste in una serie strutturata di giochi e attività cognitive capaci di sollecitare e sviluppare abilità mentali che sono alla base dell’apprendimento, quali ad esempio l’attenzione, la memoria, il problem solving e il ragionamento logico-matematico. Particolarmente indicato nelle diagnosi di ADHD e disabilità intellettiva, ma utile anche per DSA e per regolare gli aspetti emotivi.
  • Supporto psicologico
    Ascolto e offro sostegno a bambini e ragazzi per aiutarli ad affrontare momenti di fragilità, incertezza o difficoltà, se necessario e nel rispetto della loro privacy, posso coinvolgere anche i genitori nel percorso.

cosa portare al primo COLLOQUIO?

Durante il primo colloquio vengono sempre convocati entrambi i genitori, insieme o in due momenti diversi, sia per raccogliere informazioni utili sulla storia anamnestica sia per firmare l’autorizzazione a vedere il figlio minore.

É consigliato portare:

  • Libri o quaderni di scuola,
  • Relazioni di eventuali percorsi di logopedia, psicomotricità o altri effettuati in precedenza,
  • Una copia della relazione diagnostica, se già in possesso.